La fede è la questione centrale

Questa è la domanda che Gesù in persona rivolge all’uomo malato che giace da trentotto anni fuori dal tempio: «Gesù vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: “Vuoi guarire?”» (Gv 5,6). Mi piace l’idea di rileggere questa prima parte dell’anno da sacerdote proprio con questa espressione tratta da questo episodio evangelico. Sono arrivato in estate, ho conosciuto molte persone e ho visto e sperimentato le peculiarità di ciascuna delle comunità parrocchiali che vanno a comporre la comunità pastorale San Paolo della Serenza. 
Il mio sguardo si è accorto subito della vivacità delle nostre parrocchie e del desiderio di seguire il Signore Gesù. Mi sono proprio accorto che, in primis, i più giovani desiderano camminare insieme con grande entusiasmo e vedo anche che, fortunatamente, le ragazze e i ragazzi della nostra comunità sono spesso una provocazione sana anche per me. Quasi come quella provocazione di Gesù: «Vuoi guarire?»; i ragazzi mi invitano a meditare su chi sia il centro della fede! 
L’oratorio feriale, le esperienze estive, la GMG, l’inizio dell’anno pastorale, le varie iniziative degli oratori, le riunioni per organizzare i vari itinerari di crescita umana e di fede, le uscite per stare insieme e testimoniare lo sguardo di Dio su di noi.... 
Quello che abbiamo vissuto cosa ci ha insegnato? 
Forse l’insegnamento è proprio quello che scrive un teologo americano: «La tradizione è la fede viva di persone che sono già morte, alla quale possiamo aggiungere il nostro capitolo finché abbiamo il dono della vita. Il tradizionalismo è la fede morta della gente viva che ha paura che l’intera costruzione crolli se la si cambia». 
I più giovani con il loro modo di essere e di fare mi dicono che il centro della questione è la fede! Posso girarci intorno, elaborare teorie pseudo teologiche, sociologiche e pedagogiche…, ma il punto è se ho fede e se mi metto in gioco in prima persona! 
Allora mi sento di estendere il mio povero ragionamento, che parte dall’esperienza quotidiana con i ragazzi, a tutta la nostra comunità pastorale, a chi affolla le chiese quotidianamente o alla domenica, a chi si sente tanto distante e magari non leggerà neppure queste righe, a chi opera nei nostri oratori, a chi ordina di fare ma non si mette in gioco, a chi si impegna in prima persona, a chi costantemente lavora dietro le quinte e prega senza stancarsi…. 
«Vuoi guarire?» 
Nel contesto odierno sei disposto a camminare diversamente con il Signore Gesù? Certamente mantenendo tutte le tradizioni che più fondano la tua fede; ma sei aperto alla novità di Dio? L’idea di un Dio del potere non è forse solo la proiezione verso il Cielo delle nostre aspirazioni di potere? (T. Halik Pomeriggio del cristianesimo. Il coraggio di cambiare, Vita e Pensiero Milano, p. 102). Ecco, allora, l’itinerario che seguiremo con i ragazzi: la Novità benedetta da Dio e invitiamo tutti ad aggiungersi al viaggio. Buon cammino! 

Don Riccardo

 

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